Come mia madre ha reso reale per me l’eternità

Come mia madre ha reso reale per me l’eternità

Una potente testimonianza su come avere la nostra cittadinanza nei cieli.

Voglio raccontarvi una storia – una storia incredibile. Una storia vera. Si tratta di una persona che mi è veramente cara – mia madre.

Mia madre è morta dopo un combattimento di sette mesi contro il cancro. Aveva soltanto 66 anni. La sua vita è una fantastica testimonianza di qualcuno che aveva un rapporto personale con il suo padre celeste, e spero che leggendo questa storia, tu possa essere incoraggiato per raggiungere un amore più grande per Dio e una fede più forte per la vita eterna.

Un desiderio fervente per Dio

Mia madre era una donna estremamente efficiente e attiva. Organizzazione, pulizia e puntualità erano delle priorità nella nostra casa. Mia madre prestava particolare attenzione ai dettagli ed era esperta nell’organizzare le cose in modo tale da evitare inconvenienti, se possibile. Le fatture dovevano essere pagate in tempo, gli appuntamenti dovevano essere mantenuti, le scadenze dovevano essere rispettate – era una donna molto impegnata. E, in mezzo a tutto questo, trovava sempre il tempo per scaldare i cuori dei suoi numerosi e tanti amici con e-mail, messaggi, telefonate o regali. La parola “noia” non esisteva nel suo vocabolario! Era libera di essere così come Dio l’aveva creata, senza cercare di fare impressione sugli altri, ed era molto amata da tante persone nella comunità.

“Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra… Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria.” Colossesi 3:2,4.

Diverse volte nel corso della vita di mia madre, è stato facile vedere che la parola di Dio stesse diventando la sua vita e una realtà per lei. Una volta, quando sapevo che stava attraversando un periodo di prove particolare, le ho chiesto come stava. Ha iniziato a piangere e ha detto che a volte non capiva le cose che capitavano, ma che sapeva pure che non era necessario che lei lo capisse. Il suo compito era semplicemente di mantenere il suo cuore e i suoi pensieri puri, così da poter guadagnare qualcosa di valore eterno da quella prova. Quella risposta mi ha fatto capire che aveva un profondo legame con Dio e che tutto quello che voleva era piacere a Lui.

Man mano che il suo corpo diventava debole e malato, era come se una luce interiore iniziasse a risplendere.

Nelle sue situazioni, lei gettava le sue preoccupazioni su Dio e si liberava da ansie, portandola ad avere uno spirito luminoso e felice e ad avere una capacità di confortare gli altri che anche attraversavano delle prove.  Pregava spesso per i giovani, soprattutto per quelli che erano in difficoltà ed era in grado di incoraggiarli con l’aiuto che lei stessa aveva ricevuto dalla parola di Dio.

Sebbene mamma fosse molto impegnata fino a quando non ce la fece più fisicamente, diveniva sempre più evidente che c’era un lavoro nascosto che avveniva nel suo cuore. Lei spesso citava Salmi 23, “Il Signore è il mio Pastore: nulla mi manca.” Era così chiaro che lei credesse fermamente a questo versetto e che il suo primo amore fosse per Dio e non per le cose del mondo.

Man mano che il suo corpo diventava debole e malato, era come se una luce interiore iniziasse a risplendere. La gratitudine si riversava fuori.  Anche se le mancava l’energia per alzarsi dal divano, lei chiedeva tranquillamente a me e a mia sorella di assicurarci che gli ospiti avessero il caffè e gli snack e che stessero bene. Sempre servendo! Non sembrava di essere preoccupata che la casa fosse un poco disordinata o che il giardino stesse iniziando ad essere invaso dall’erba. Anche se lei era stata molto diligente ad occuparsi delle cose che Dio le aveva dato nella vita, la sua visione era impostata molto più in alto delle cose temporali. Era chiaro che avesse in mente l’eternità e che si stava preparando per incontrare il suo buon Pastore.

Un’esperienza che cambia la vita

Gli ultimi giorni della vita di mia madre mi hanno impressionato enormemente. Avevamo preparato un letto per lei nella stanza da pranzo a casa dei miei genitori e abbiamo trascorso gli ultimi giorni parlando, leggendo e cantando insieme. Molte persone sono venute a visitarla e lei aveva parole molto personali e incoraggianti per ognuno.  Non aveva paura di morire.  Ovviamene non era appesantita dalle preoccupazioni di questa vita.  Aveva letto e creduto nella parola di Dio ed era un conforto per lei. Man mano che si indeboliva e non riusciva più a parlare o rispondere, lei rimaneva semplicemente a letto con i suoi occhi chiusi. Poi una sera, quando alcuni di noi erano in un’altra stanza, mio fratello improvvisamente ci chiamò per andare al letto di mamma.

Quello che ho provato quando sono entrata nella stanza rimarrà con me per il resto della mia vita.

Lei sorrideva e guardava dritto in cielo.

I suoi occhi erano spalancati e concentrati ben oltre il soffitto; occhi che erano di un azzurro cristallino, come non avevo mai visto prima!  Lei sorrideva e guardava dritto in cielo. Tutti quanti potevamo sentire il cielo nella stanza. Eravamo intorno al suo letto e cantavamo per lei mentre dava il suo ultimo respiro e veniva accolta nelle braccia di Gesù, che aveva amato e servito durante il suo tempo qui sulla terra. Era quasi come se riuscissimo a vedere Gesù e i santi che guardavano giù, che la cercavano e avevo un incredibile forte desiderio di andare pure io lì.

Non riesco mai a descrivere la sensazione di pace e di gioia che riempiva la stanza in quel momento. E in questi ultimi secondi, ho preso la ferma decisione di voler vivere il resto dei miei giorni qui sulla terra in maniera tale che anche io andrò dritto attraverso le porte del cielo quando arriverà il mio momento. Quanto è stupido lasciarmi appesantire dalle cose di questa terra che scompariranno, mettendo la mia fiducia nei miei beni, nella mia reputazione o nei miei successi. Se non sono vigile, posso essere facilmente consumata dalle cose temporali.

La mia cittadinanza celeste

La mia vocazione è molto superiore, e ho bisogno di alzare gli occhi al cielo, perché è lì che ho la mia cittadinanza. "La mia casa non è qui, ma di sopra,” cantiamo in un canto dal libro dei canti “Le vie del Signore.” Siamo dei pellegrini su questa terra, e desideriamo qualcosa in più, con “una migliore speranza, mediante la quale ci accostiamo a Dio” Ebrei 7:19.

Sta scritto pure in Filippesi 3:20, “Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore.”

Questo desiderio per la vita eterna mi porta ad essere attenta e vigile durante le situazioni quotidiane, cosicché combatto per avere vittoria su quei peccati che mi vorrebbero ostacolare.  Dio mi ha dato le cose e le circostanze nella vita da cui posso imparare ad essere un amministratore, utilizzando queste cose per portare onore a Dio e accumulare tesori in cielo. “Ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano.  Perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore.” Matteo 6:20-21. Posso fare questo combattendo contro il mio egoismo e l'orgoglio, sapendo che tutto quello che ho, l’ho ricevuto da un Padre amorevole.

Ha portato l’eternità molto vicino e ogni giorno è diventato più prezioso, significativo e tranquillizzante in quella luce.

“Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono;  Poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.” 2 Corinzi 4:16-18.

Anche se ho provato dolore e tristezza dopo la perdita di mia madre, questo fa sembrare il muro tra noi e il cielo molto più sottile quando penso che lei è dall'altra parte insieme a Gesù e ai santi e che prega per me e fa il tifo per me.

Non vedo l’ora di incontrarla di nuovo un giorno in paradiso. La gioia immensa e tangibile, la pace e la gloria che ho visto e sperimentato quella sera quando Gesù è venuto per portare a casa mamma, mi ha dato uno sguardo in quello che ci aspetta in cielo, se siamo fedeli qui sulla terra. Ha portato l’eternità molto vicino e ogni giorno è diventato più prezioso, significativo e tranquillizzante in quella luce.

“Non posso perdere tempo con le cose terrene
che le altre persone pensano avere valore.
Non posso continuare così,
perché questo mi rallenterebbe troppo.
Sì, devo sempre viaggiare leggera,
pronta a combattere per la verità.
Mi affretto, perché presto sarò
con Gesù, salvata in eterno.”

(Elihu Pedersen, “Fiore di Mandarlo” #81)

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