Un albero piantato vicino a fiumi d’acqua
Stai ricevendo nutrimento dalla fonte che non si secca mai, indipendentemente dalle condizioni del mondo?
In mezzo a un mondo turbolento, si può essere come un albero piantato vicino all’acqua!
Il tempo in cui viviamo
Il tempo in cui viviamo ha colpito quasi tutti; ha messo in discussione il nostro modo di pensare, ha cambiato il nostro modo di agire, e probabilmente ha fatto sì che molti di noi esaminassero ciò in cui riponiamo la nostra fiducia. Le persone hanno visto svanire le loro ricchezze, perdere il proprio lavoro, e si è sviluppata un’animosità tra famiglia e amici su nuovi argomenti di attualità e sui cambiamenti della società. Le “certezze” della vita non sono più tali e si fa fatica a trovare risposte o aiuti reali.
In mezzo a tutto questo c’è una protesta per l’uguaglianza e per i “diritti umani”, mentre le paure e le frustrazioni interiori della gente ribollono, spesso in manifestazioni violente. Di cosa hanno tanta paura tutti? Perché c’è una tale mancanza di pace e di riposo nel mondo?
Gesù dice in Matteo 6:19-20: “Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano.”
Il fatto è che la gente, nonostante le parole di Gesù, ha una quantità enorme di speranze e di investimenti qui sulla terra. Tutte le loro energie e i loro sforzi sono concentrati a costruire tesori qui sulla terra che li sostengano e rendano le loro giornate qui sulla terra il più confortevole e piacevole possibile. Il significato di “tesori terreni” può variare da persona a persona, ma prima o poi tutti questi vari tesori vengono messi alla prova e la gente vede “la tignola e la ruggine consumare, e i ladri scassinare e rubare.”
Come un albero piantato vicino alle acque
Le parole del Signore dicono in Geremia: “Benedetto l’uomo che confida nel SIGNORE, e la cui fiducia è il SIGNORE! Egli è come un albero piantato vicino all’acqua, che distende le sue radici lungo il fiume; non si accorge quando viene la calura e il suo fogliame rimane verde;
nell’anno della siccità non è in affanno e non cessa di portare frutto». Geremia 17:7-8.
Possiamo pensare a diversi momenti di difficoltà come a una siccità che riguarda il mondo. L’ansia è ovunque, perché la gente è piena di preoccupazione per il lavoro, l’economia, il governo e qualsiasi altra cosa che si possa immaginare. Che contrasto allora immaginare questo glorioso albero piantato vicino all’acqua! Invece di appassire e morire in questa siccità, ci sono ancora frutti gloriosi che crescono. Il “caldo” che ha ucciso e distrutto quasi tutta la vegetazione non ha apparentemente avuto alcun effetto su di lui. Com’è possibile?
Nel “tempo dell’abbondanza” questo glorioso albero non si accontentava di mettere radici poco profonde; radici che si nutrivano della superficie. C’era un desiderio interiore nell’albero di trovare le sostanze nutritive e il sostentamento che fornivano il vero nutrimento. Sentirsi bene per essersi realizzato esteriormente e per avere fatto opere buone non era sufficiente quando si percepiva la presenza nascosta dell’onore dell’uomo e dell’ambizione egoistica. Una vita confortevole e un successo terreno non significavano nulla per lui, se dentro di sé vi era solo un vuoto rispetto all’eternità. Il desiderio di liberarsi da tutti i pensieri e dalle catene terrene e di riempire il vuoto del suo spirito lo spinse a gettare queste radici profonde alla ricerca della vera acqua. “Come posso liberarmi davvero dall’egoismo? Come posso riempirmi di riposo e pace nella mia vita e per l’eternità?” Nel suo bisogno, ha gridato a Dio per avere risposte, per essere aiutato a vivere una vita sensata qui sulla terra e per essere condotto all’eternità.
È allora che le radici incontrano l’acqua. Dio rispose all’albero con il suo Spirito e lo riempì di un desiderio per le cose celesti. L’albero ha cominciato a dare frutti quando lo Spirito ha cominciato a istruirlo in quelle cose che sono celesti. Il frutto non è abbondante all’inizio; le prove e le difficoltà che affronta si incontrano ancora con i pensieri e le reazioni dell’uomo, perché ci vuole un’intensa battaglia per separarsi dai propri pensieri ed entrare nella guida di Dio.
Radici che hanno avuto la loro fonte nel pensiero umano si appassiscono e muoiono, mentre le radici profonde che si allungano per trovare vera acqua e nutrimento germogliano. Queste radici si interrogano su Dio attraverso la preghiera e la sua parola, desiderose di ottenere più potenza e sostentamento di quanto non abbiano già sperimentato. È stato scritto in forma di versetti come Salmo 16:11, “Tu m’insegni la via della vita; ci sono gioie a sazietà in tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno,” e si rallegra nel suo bisogno. Vede che l’ansia dentro di sé nasce dai propri pensieri e dai propri progetti per il futuro. Dio ha effettivamente pianificato un percorso di vita e camminare con Lui su quel sentiero porta ad una pienezza di gioia! Il grido del suo cuore diventa sempre più simile a quello di Geremia: “La mia speranza è il Signore e la mia fiducia è in Lui!” Frutti di pace, gioia e amore iniziarono a fiorire quando Dio lo portò via da ogni inquietudine, malcontento e freddezza, nelle sue gloriose promesse.
In mezzo a questi tempi, pure noi possiamo essere alberi così. Andiamo avanti tranquillamente, senza preoccuparci del futuro e di ciò che potrebbe accadere; pienamente nel riposo del potere di Dio e credendo che Lui guidi tutte le cose per il nostro meglio. (Romani 8:28.) Allora verranno fuori frutti benedetti al posto di ansie, paure e disuguaglianze del tempo attuale. Tutti gli alberi che partecipano a quest’opera sulla terra si assicurano anche la loro eredità di tesori celesti.
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