“La mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza”
Diventare consapevoli delle proprie debolezze rispetto al peccato nella carne non è la fine – al contrario! Sai a chi rivolgerti per ottenere forza?
“Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato.” Ebrei 4:15.
“Infatti ogni sommo sacerdote, preso tra gli uomini, è costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati; così può avere compassione verso gli ignoranti e gli erranti, perché anch'egli è soggetto a debolezza. “ Ebrei 5:1-10.
Gesù per essere il nostro sommo sacerdote, doveva essere scelto tra gli uomini. Perciò doveva diventare il Figlio dell’Uomo e condividere la carne e il sangue come i figli. (Ebrei 2:14) Nel fare questo, ha anche preso parte alle nostre debolezze ed è stato tentato, diventando così il nostro misericordioso Sommo Sacerdote.
Debolezza e potenza
Possiamo chiederci: Quant’era debole Gesù? Era così debole nei giorni della sua carne, che con alte grida e lacrime offrì preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte. (Ebrei 5:7) Preghiere e suppliche sono segni di debolezza. Sta scritto che fu esaudito per il suo timore divino. Doveva morire, il giusto per gli ingiusti; ma non è morto della morte di cui leggiamo: “Perché se vivete secondo la carne voi morrete…” Romani 8:13. Ma per non morire di quella morte, doveva combattere con preghiere e suppliche e grida veementi e lacrime nei giorni della sua carne. Questa era la sua debolezza in quei giorni. Ma era consapevole della sua debolezza, e per questo motivo era anche così forte da non aver mai commesso peccato. La potenza di Dio fu resa perfetta nella sua debolezza.
Paolo era un fedele seguace di Gesù Cristo. Quando pregò per essere liberato dalla sua debolezza, ricevette questa risposta: “La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza.” 2 Corinzi 12:7-10.
Chiunque è nato dalla carne e dal sangue è debole, ma non tutti sono consapevoli della propria debolezza, perché non temono Dio. La persona debole che vede il pericolo fugge, ma la persona forte si è esaltata nei pensieri riguardo a se stesso. Non grida per ottenere aiuto. Era per la grazia di Dio che Gesù riuscì a vincere ed essere un Agnello senza macchia in grado di gustare la morte per tutti. (Ebrei 2:9-10) Era a causa della debolezza di Paolo che la grazia di Dio poté essere sufficiente e che la forza di Dio fu perfezionata in lui. Paolo dice, “Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono…” 1 Corinzi 15:10.
Grida a Dio
Molte persone credono di essere deboli quando soffrono la sconfitta e il peccato. Assolutamente no! Non è questa la ragione. La ragione è che non sono consapevoli delle proprie debolezze e quindi non temono abbastanza Dio da gridare a Dio nel loro bisogno. Loro non si presentano davanti al trono della grazia per cercare il nostro grande e misericordioso Sommo Sacerdote, colui che simpatizza con le loro debolezze e che quindi può dar loro grazia per aiutarli al momento opportuno. (Ebrei 2:17-18)
Siamo esortati a fuggire dalla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza, fuggire dalle passioni giovanili, fuggire dall’amore per il denaro, ecc. Perché una persona non fugge? Perché non è consapevole della propria debolezza, o non teme a sufficienza Dio da rendersi conto che è vitale per lui allontanarsi da questo. Perciò non ottiene la grazia per diventare forte in modo da poter vincere.
Se sei consapevole della tua debolezza, sei anche umile e ricevi grazia. Allora diventi forte in Dio. Ma allora fuggirai pure da queste cose e dalle compagnie che ti attirano nel mondo e nei suoi piaceri, e ricercherai la giustizia, la fede, l'amore e la pace con tutti coloro che invocano il Signore con un cuore puro. (2 Timoteo 2:22)
Timoteo, l’uomo di Dio, non considerò se stesso troppo buono da ricevere tali esortazioni. Lui era consapevole della sua debolezza e ricevette la grazia di essere un grande servitore del Signore.
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